lunedì 21 novembre 2011

68 cinese

Finita la fede sulle "crisi che devono finire", sui "politici mandati dalla provvidenza per risolvere i problemi del paese" e sulla superiorità dell'occidente rispetto alle altre culture, ci resta solo l'ultima carta: il 68 cinese.

Già, perché a detta dei più, la Cina ci sconfigge sul mercato grazie allo sfruttamento dei suoi lavoratori. Finché durerà questo sfruttamento, le nostre aziende saranno costrette a soccombere a quelle dei giganti asiatici (e qui non sono del tutto d'accordo).

Ecco però, ventilarsi una nuova speranza: con l'arrivo della ricchezza in Cina, arriverà anche la coscienza di massa. I lavoratori si riuniranno e chiederanno i diritti civili così come sono in Europa e nel resto delle nazioni "civilizzate". Come dire: industria uguale ricchezza, ricchezza uguale solidarietà, solidarietà uguale sindacalismo, sindacalismo uguale diritti civili. Quando un operaio cinese avrà la stessa paga e gli stessi diritti di un operaio Italiano, allora avremo di nuovo una concorrenza leale e l'industria europea potrà riprendersi.

Sinceramente non mi manca qualcosa. Dove sta scritto che la ricchezza porta alla solideriatà? Io non credo che il 68 europeo si figlio esclusivamente della ricchezza che si stava riversando a fiumi nelle nostre economie. Credo piuttosto che sia stato figlio della rivoluzione francese e di quei meravigliosi valori che nei secoli hanno permeato la nostra cultura: libertà, fratellanza e uguaglianza. In una società fondata su questi valori, il miracolo economico ha creato i presupposti per costruire l'occidente che noi e i nostri padri abbiamo avuto la fortuna di vivere.

Ma questi valori sono condivisi anche dal popolo cinese? Siamo sicuri che gli abitanti della grande nazione asiatica (nonchè quelli delle nazioni minori) abbiano la volontà di riunirsi per chiedere maggiori diritti per loro e per le persone in difficoltà?

Sinceramente non ne sono sicuro. Credo nei corsi e nei ricorsi storici, ma il boom economico del continente giallo è un fenomeno senza precedenti, e credo che sia difficile delinearne gli sviluppi futuri.

giovedì 17 novembre 2011

Autunno occidentale

E dopo la primavera araba ci troviamo di fronte alla crisi dell'occidente. Ed è anche meno romantica... qua non si parla di libertà, valori, religione,... ma di spread, bot, pil...

Tiziano negli anni 90 suggeriva ad uno studente di giornalismo di studiare l'arabo, perchè li ci sarebbero stati i nuovi cambiamenti. Se fosse vivo alla stessa domanda credo che suggerirebbe l'inglese, visto che è in occidente che vedremo le prossime rivoluzioni.

Solo il cambiamento ci fa molta paura. Prima si pensava che l'America fosse il posto più bello del mondo, e tutti sognavano il cambiamento, sperando di diventarne uguale. Noi occidentali, che abbiamo sempre creduto di essere i migliori, stiamo per affrontare un cambiamento, che, di conseguenza, non può essere che in peggio.

Ecco perchè autunno occidentale. Un augurio? Che una mente illuminata trovi una nuova via e che la gente lo capisca e lo segua...

martedì 25 ottobre 2011

Primavera araba

Sono ogni giorno più perplesso.

In Tunisia hanno luogo le prime elezioni libere, che portano come risultato il successo, con il 90% dei voti, del partito islamico. Jali dichiara che la nuova Libia sarà ispirata alla legge islamica. Me lo sono chiesto nel precedente post e me lo chiedo di nuovo: in che direzione sta andando la primavera araba? Non è che in queste nazioni si stiano deponendo i governatori filo occidentali, per sostituirli con governatori nazionalisti? E che questi governatori utilizzino la religione per rimarcare la loro differenza con l'occidente?

Non guardo ne con serenità ne con ottimismo a quello che sta succedendo. La guerra in Libia sembra terminata, e questa è effettivamente una buona notizia, ma non basta. Inoltre dopo la morte di Gheddafi è ora di farsi veramente delle domande. Era davvero un mostro? Certo non ho nessuna intenzione di fare come Ferrara o altri cabarettisti che ne stanno facendo un eroe e un martire. Anzi... sottolineo tutto il mio disprezzo! Però è giusto osservare che tra tutte le dittature islamiche, quella del Rais era certamente la più morbida!

Non resta che attendere, ma attenzione ad esultare dei primi facili risultati!

venerdì 21 ottobre 2011

I grandi cambiamenti

Terzani era attirato dalla grande storia e dalla grande cultura dell'Asia, ma anche, o meglio, soprattutto, dalla possibilità di vedere da vicino un grande continente in fase di cambiamento.

Suggeriva ad un giovane aspirante giornalista di studiare arabo, perchè nel medio oriente ci sarebbero stati i nuovi cambiamenti. E così e stato. Oggi tutto il mondo guarda con attenzione alla primavera araba.

Vorrei aver studiato io l'arabo, per potermi recare li e vedere, ma soprattutto capire, quello che sta davvero succedendo.

In medio oriente cambiano i governi, e tutti noi guardiamo con entusiasmo a questo succedersi di eventi. Per lo meno, lo guardiamo con entusiasmo perchè la televisione ci dice che questa è una cosa buona. Ma lo è veramente? Cosa vogliono cambiare i rivoltosi? E soprattutto, come vogliono cambiare?

L'Egitto ha aperto la stagione, eppure l'Egitto era una repubblica democratica. La Tunisia gli ha seguiti, eppure il suo governo ha sempre goduto di ottimi rapporti e di stima da parte dell'Italia. Geddafi ha finito i suoi 41 anni di dittatura, ma di fatto la sua è stata la dittatura più morbida del medio oriente. La prima grande rivolta araba è quella che ha portato alla guida dell'Iran il governo degli ayatollah. Molti dei rivoltosi dichiarano apertamente di ispirarsi alla forma più radicale della religioni islamica. Insomma, non mi è affatto chiara la direzione che stanno prendendo questi paesi.

Per ora mi permetto solo una riflessione: i rivoltosi sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi grazie all'appoggio economico, politico e militare dell'occidente. E' fuori discussione che una volta alla guida non mancheranno di ricambiare il favore a chi gli ha permesso tutto ciò, ed è questo, secondo me, il motivo per cui noi gioiamo dei loro successi.

L'occidente è miope, lo abbiamo detto migliaia di volte, e la storia ce ne ha dato ragione. Spero che questi nuovi governi possano garantire pace duratura per i loro paesi e per tutto il mondo, e non solo canali privilegiati per la fornitura di petrolio nei prossimi dieci anni...

martedì 27 settembre 2011

Il Dalai Lama resterà guida spirituale per almeno 15 anni

E' impressionante l'antichità e la saggezza della cultura tibetana. Cose da fare impallidire Egiziani e Babilonesi. Una cultura tramandata in maniera certosina dai monaci dei meravigliosi monasteri che popolano il tetto del mondo.

Difficile sopportare la sistematica distruzione di questo patrimonio da parte dei governi cinesi, operata da Mao e dai suoi successori, nell'infame tentativo di far dimenticare al mondo una delle più antiche religioni della storia. Nulla è stato intentato per perseguire questo scopo. E quando dico nulla, intendo davvero nulla.

Eppure, dopo oltre mezzo secolo, il Dalai Lama è ancora li, a rassicurarci con la sua presenza, seppur in esilio in India. Presenza che, secondo i più, la si può avvertire quasi fisicamente. Kundun lo chiamano, "la presenza" per l'appunto.

Oggi dobbiamo ringraziare l'India se i buddisti tibetani sono sopravvissuti alla diaspora. India: la più grande democrazia del mondo, che ha sostituito la cina nel ruolo di grande patria di tutte le religioni. India che ha coraggio di ospitare un nemico dell'unità cinese. Quando il Dalai Lama venne in Italia, nessun esponente del governo lo accolse in visita uffiale, nel timore di fare uno sgarbo agli amici cinesi. I cinesi erano "comunisti", rappresentavano la cultura del male, la cultura dell'odio, dell'immoralità... a detta di un noto politico italiano. Ora che sono ricchi sono un paese amico, un paese in crescita, un'alleato a cui appoggiarsi... adesso che ci servono i loro soldi ci siamo persino dimenticati che la Cina da sola esegue più condanne a morte di tutto resto del mondo messo assieme.

Insomma, siamo democratici e per la libertà di religione, nella misura in cui i Cinesi ce lo consentono, mentre gli Indiani continuano a garantire questo diritto a tutti, persino ai monaci tibetani. Avreste mai pensato che un giorno l'India ci avrebbe dato lezioni di democrazia?

Terzani conobbe il Dalai Lama, e disse che aveva in comune con tutti i grandi la semplicità nei modi e nel pensiero, alla quale aggiungeva la sua splendida risata.

Oggi il Dalai Lama ha affermato che continuerà ad essere guida religiosa per altri 15 anni, poi deciderà. Forse questa non è una rivoluzione, ma in qualche modo è rassicurante sapere che "la presenza" non ci abbandonerà, e continuerà ad essere guida di religione, di libertà, di pace e di amore tra i popoli.

venerdì 23 settembre 2011

Papa Giovanni Paolo come Terzani?

Con le parole: "lasciatemi andare alla casa del padre", rivolte alle suore attorno a lui, uno dei papi più amati di sempre ci lasciava.

Per lui era pronta un'intera ala al policlinico Gemelli di Roma. Il papa non mangiava più, non poteva più respirare autonomamente e parlava a fatica. Come Terzani ha deciso di prepararsi alla morte, al distacco dal mondo materiale, piuttosto che aggrapparsi disperatamente ad ogni cosa che lo avesse potuto tenere legato a questo mondo anche per un ora di più.

Personalmente condivido la scelta. Dopo aver tentato mille strade, Terzani conclude che non c'è cura per questa malattia (era malato di tumore), perchè non c'è cura per la morte! Credo intendesse dire che, se anche fosse guarito dal tumore, avrebbe poi dovuto affrontare altre malattie. Magari avrebbe potuto superare anche quelle con successo, ma alla fine si sarebbe dovuto arrendere a quelle che sono le leggi della natura.

Perchè scrivo quest'articolo? Perchè la scelta di Giovanni Paolo, per quanto perfettamente condivisibile, arriva da un uomo che per tutto il suo pontificato ha pesantemente condannato l'eutanasia, senza compromessi e senza eufemismi. Eppure scegliere di non farsi curare non è una forma di eutanasia? Al policlinico non sarebbero forse riusciti, con l'aiuto delle moderne tecniche mediche, a prolungargli la vita (o forse l'agonia) di un po? Magari anche solo di un ora? Ma il papa da uomo saggio ha capito che un'ora (ma forse un giorno e un anno) di agonia non era utile quanto il preparasi degnamente alla chiamata del signore.

Condivido la tua scelta Santo Padre, come condivisi al tempo quella di Terzani, ma visto che, a parer mio, si educa più con l'esempio che con le buone parole, non dovrebbe la chiesa rivedere la propria posizione sulla "buona morte" alla luce degli insegnamenti del compianto papa?

domenica 18 settembre 2011

Come combattere la crisi?

Sembra che la crisi avanzi di giorno in giorno. Qualcuno era ancora imbonito dal vecchio adagio: "ogni crisi deve finire". Credo però, che a forza di vedere che la crisi non solo non passa, ma accelera di giorno in giorno, forse e il caso di fare una riflessione più seria. Le soluzioni? Immettere denaro nel mercato, pareggio di bilancio nella costituzione, ... e chi più ne ha più ne metta. Terzani diceva che da noi si lavora per accumulare il denaro sufficiente per vivere dignitosamente la pensione. In India quando una persona arriva alla pensione si libera tutti i suoi beni materiali (ad eccezione di un abito) e parte per un viaggio. Insomma, il fine ultimo del cammino della vita è quello di liberarsi dei bisogni del corpo e nutrire l'anima. La mia ricetta per la crisi? Scoprire che l'ossessivo attaccamento alle cose materiali non è l'unica via per la felicità. Riscoprire quali sono le cose di cui abbiamo veramente bisogno, e godere di quelle. Forse la vera perdita di questi anni non è il potere d'acquisto dell'euro, ma la famiglia e i rapporti sociali.

giovedì 1 settembre 2011

Io ci sono... ci sarò sempre

"...e questo per spiegarti alcune mie assenze. Ma non preoccuparti, io ci sono nella lotta per la pace. Ci sono! E ci sarò sempre", con queste parole terminava la dedica che Tiziano Terzani ha scritto in un libro regalato a Gino Strada. La trovo stupenda e non so nemmeno il perchè. Forse quel "non preoccuparti - io ci sarò sempre" è molto rassicurante. In questi anni di tradimenti, ritrattazioni, voltagabbana, è bello sentire un uomo dire: "non preoccuparti - io ci sarò sempre". Un grazie a Gino Strada per aver reso pubblica questa dedica.

sabato 20 agosto 2011

Dolomiti di Sesto

Ho una gamba ingessata e questo mi darà parecchio tempo per scrivere nel blog. L'ingessatura è conseguenza di 4 giorni di ferrate e camminate nelle Dolomiti di Sesto. Direi proprio che ne valeva la pena. In realtà si tratta di una fasciatura rigida, conseguenza di una distorsione. Normale quando si fanno certe imprese oltre i 30anni ;)

La camminata è splendida, non si tratta solo di un impresa alpinistica, si tratta di uno straordinario momento di meditazione. Per chi volesse provare le mie emozioni, descrivo il percorso.

1 giorno. Arrivo in macchina a Bagni di Valgrande, parcheggio al rifugio Lunelli e camminata fino al rifugio Berti e relativo pernottamento. Il sentiero prevede un dislivello di 400 metri ed è molto semplice. Si fa in un ora, in caso di necessità anche col buio o con la pioggia. Ottimo per chi arriva parte da molto lontano. Si abbandona il meraviglioso bosco di Valgrande (reso famoso anche da alcuni film come "il segreto del bosco vecchio") e ci si trova ai piedi delle maestose pareti del monte Popera, che con le sue severe vette da 3000 metri trasmette rispetto e magnificenza. In breve tempo si avverte la sensazione di trovarsi in un ambiente sacro.

2 giorno. Ferrata Roghel. Impegnativa, ma necessaria, per passare all'altro versante. Sinceramente non molto bella, ma una vera goduria per chi vuole cimentarsi in qualcosa di atletico. In questa guida non darò alcun tipo di informazione tecnica, ma qui mi preme una nota. La Roghel era una ferrata abbordabile, ma molto pericolosa per via delle frane. Ora è stata spostata, il pericolo non esiste più, ma è davvero molto molto difficile. Attenzione a non affrontarla facendo affidamento a qualche vecchia guida. Ripeto, la ferrata non è più bollino rosso, ma bollino nero! E vi assicuro che il bollino nero ci sta proprio!!! Ripeto, attenzione e, comunque, leggete prima una buona guida aggiornata!!!

Passata la Roghel si attraversa un canalone e si attacca la cengia Gabriella. E qui si entra davvero nel mondo delle meraviglie!!! Una cengia su uno strapiombo da 500 metri, che domina il meraviglioso parco naturale delle 3 cime (di Lavaredo). Si tratta di una via ferrata data dalle guide come "medio-difficile", ma per chi ha un'esperienza di montagna, rimane spazio per concentrarsi sulle meraviglie che ti circondano. Credo che molti come me abbiano provato la sensazione di essere più vicini a Dio che alla terra. Terminata la ferrata si arriva al rigugio Carducci, dove si può pernottare. Si tratta di un rifugio non raggiunto da strade, ne da teleferica. Li troverete un sacco di alpinisti che, come voi, hanno camminato ore per raggiungerlo. Una bella sensazione di trovare gente che ha condiviso le stesse fatiche, le stesse paure, gli stessi ideali. Peccato che il personale non spicchi troppo per simpatia ;)

3 giorno. Il terzo giorno si parte per la strada degli alpini. In piccola cengia scavata dagli uomini di Italo Lunelli durante la prima guerra mondiale. L'obiettivo era quello di raggiungere cima 11, da dove bombardare gli Austriaci, che dominavano il campo di battaglia dalla vetta della Croda Rossa. L'impresa riuscì, al costo di 15 morti al giorno per cadute accidentali, congelamenti e freddo. Il giorno dopo aver raggiunto la cima venne firmato l'armistizio... E infatti nel percorrere questo sentiero non è possibile evitare di pensare agli alpini che lo hanno scavato d'inverno, senza attrezzature, spesso senza esperienza di montagna e sotto il tiro dei cecchini nemici. Forse per la prima volta ho avuto la percezione di cosa debba essere veramente la guerra! Una sensazione che forse dovremmo provare tutti almeno una volta nella vita. A chi volesse affrontare il sentiero consiglio prima la lettura di "la guerra nella Croda Rossa" di Ebner Oswald, vi aiuterà a capire (e poi è bello ogni tanto leggere un libro dove gli italiani sono i cattivi ;) ).

Da li è facile tornare al Rifugio Berti.

Se volete affrontare l'impresa vi consiglio di leggere una guida dettagliata, perchè è comunque faticosa e pericolosa! Quello che volevo dirvi è che si tratta, oltre che di una grande prestazione sportiva, di una grande momento di meditazione.

Sarebbe bello che altre persone che lo hanno fatto condividessero qui le loro impressioni.

Per vedere le foto vi rimando al nostro sito www.foto-gratis.eu.

giovedì 4 agosto 2011

Altavia dei Rondoi

Non è sempre necessario perdersi nell'estremo oriente per scoprire posti dal fascino unico, capaci di trasmetterci sensazioni straordinarie.

Domenica sono partito per scalare il "cimon del Cavallo", un vetta da 2250 metri che domina la pianura pordenonese. Peccato che ad un certo punto abbia sbagliato sentiero e mi sia incamminato nell'altavia del Rondoi.

Sono un esperto alpinista ed ho arrampicato in alcune delle più belle vette d'europa. Non avrei immaginato di trovare a pochi km da casa un paesaggio così! Il tratto di via che ho percorso passa attraverso tutte le cime del Montacavallo, che assieme formano una vallata unica. Il percorso è piuttosto difficile quanto affascinante. Oltre le cime, che in alcuni casi necessitano di passaggi di secondo grado esposti e non attrezzati, si passa tra forcelle strette ed esposte. Per chi non soffre di vertigini un'emozione unica.

Il percorso ha una durata relativamente breve, tra andata e ritorno non richiede più di 5 ore, e, quindi, lascia il tempo a momenti di riposo e riflessione. Per chi poi, come me, arriva da Pordenone, l'avvicinamento in automobile richiede meno di un ora. Un'occasione unica per chi fosse in cerca di una giornata di meditazione, senza avere a disposizione una settimana di ferie o non volesse svegliarsi alle 3 di mattina e affrontare una giornata massacrante.

Inutile scrivere qui la guida, visto che ce ne sono a decine su Internet, mi limito a darvi il link ad una di esse: http://www.webdolomiti.net/monti_alpago/rondoi.htm

Per chi volesse vedere delle immagini invece suggerisco: www.foto-gratis.eu, dove i miei amici ed io pubblichiamo le foto delle nostre escursioni.

A volte non serve andare in cina per scoprire qualcosa di straordinario...

venerdì 29 luglio 2011

Gino Strada

Di Gino Strada è difficile parlare. Se vi chiedessero di fare la descrizione di un cerchio cosa scrivereste? E' perfetto! Forse se il cerchio avesse dei difetti o delle sbavature avreste qualcosa da dire.

E cosa dire allora di una persona che gira nelle guerre per offrire cure a chiunque gli si presenti davanti?

Eppure di Gino Strada bisogna parlare. Si deve parlare. Perchè i grandi canali di comunicazione fanno di tutto per ignorarlo o per traviare la sua immagine. E allora ben vengano blog, forum, siti, giornali, volantini, passaparola...

Nel mio caso poi ci calza a pennello. Grande viaggiatore, persona dalla grande umanità, grande comunicatore e, a volte lo si dimentica, anche scrittore.

Il suo libro più famoso è "pappagalli verdi". Prende il nome da una mina antiuomo russa. E' un libro che consiglio a tutti coloro che si sono dimenticati cosa sia veramente la guerra. Che addormentati da film di fantascienza e stupidi dibattiti televisivi su Stalin e Islam hanno dimenticato che dietro una guerra ci sono persone che muoiono. Anzi, la guerra è proprio questo: uccidere il tuo nemico.

Concludo con la dedica che Tiziano ha fatto a Gino Strada nel suo ultimo lavoro:
- ... non preoccuparti, io ci sono nella lotta per la pace. Ci sono! E ci sarò sempre!

A nome di tutte le persone che credono nell'uomo, grazie Gino Strada!

giovedì 28 luglio 2011

Borghezio e la Fallaci

Rispondendo ad un post definii pericolose le affermazioni della Fallaci sull'Islam. Pericolose perchè condannano indiscriminatamente un'intera religione e perchè cariche d'odio. Dissi che quando uno getta un seme non può sapere in quale terreno andrà ad attecchire. Ed ecco che, mio malgrado, è arrivata la conferma alle mie preoccupazioni.

Borghezio, in una trasmissione radiofonica, ha detto che le idee di Breivik sono buone al 100%, certe addirittura ottime! E nel corso delle sue elucubrazioni ha nominato anche Oriana Fallaci!

Inutile dire in questa sede che la giornalista/scrittrice avrà provato un moto di disgusto nel sentirsi chiamare in causa da un politico di questo spessore (oltretutto a sostegno di un terrorista), ma non potrebbe nemmeno negare il fatto che questo era prevedibile. Penne importanti come la sua dovrebbero sentire il peso delle loro affermazioni!

PS: come già detto questo blog vuole mantenere contenuti di un certo livello, quindi potete esprimere tranquillamente opinioni, anche diverse dalla mia, su Oriana Fallaci, ma, per quanto riguarda Borghezio, vi invito a scrivere in dei numerosissimi altri blog che ne parlano.

domenica 24 luglio 2011

Attentato a Oslo

In realtà non ne voglio parlare. E' ancora troppo presto ed è giusto portare rispetto per le vittime e lasciare poi il tempo ad una riflessione proficua e pacata sull'accaduto. L'onda emotiva porta sempre nella cattiva strada.

Piuttosto voglio parlare del terrorismo in Sry Lanka, dove Buddisti e Induisti si stanno uccidendo da anni. Avete letto bene: Buddisti e Induisti!!! Le due religioni che più di ogni altre hanno animato l'immaginario pacifista.

Ieri un attentato da parte di un fondamentalista cristiano. Negli anni settante le religioni erano messe da parte, e allora gli attentati li facevano comunisti, fascisti, e cattolici (mi riferisco al cattolicesimo come partito non come religione, ad esempio il partito cattolico democratico di Pinochet).

Non sarebbe ora di smetterla di pensare che a fare gli attentati siano sono i musulmani? Vogliamo veramente eliminare il terrorismo alla radice? Allora è ora di chiederci quali siano veramente le cause del terrorismo ed estirparle. Non passiamo pensare di far desistere un kamikaze dietro la minaccia della galera...

Sarà che non sono credente e che ho smesso di credere in babbo Natale, ma non penso che a persone normali, ad un certo punto della loro vita, compaia Allah ordinandogli di suicidarsi con una bomba. E allora qual'è la vera ragione? Non ne abbiamo viste abbastanza per capire che è il momento di domandarcelo seriamente?

Tiziano Terzani era andato in Pachistan con l'intenzione di chiedere a Bin Laden cosa volesse ottenere con la strategia del terrore, perchè dopo di lui non lo ha fatto nessuno?

mercoledì 20 luglio 2011

Perchè leggere Oriana Fallaci?

Difficile contestare Tiziano, gli unici argomenti di dibattito aperti riguardano la sua posizione iniziale nei confronti dei Khmer Rossi e lo scambio epistolare con Oriana Fallaci seguito agli attentati dell'11 settembre.

Di Oriana non so quasi nulla. Non ho una televisione, ma ricordo che una sera entrai nel salotto dei miei, mentre la TV ne stava mostrando un'intervista. Stava pronunciando la frase: "non dico che tutti gli islamici siano terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici" (o qualcosa di simile).

Tanto bastò per ignorare il resto del discorso, ma che sia vero? Vediamo un po': io sono italiano. L'unità d'Italia risale al 1861. Da quel tempo il bel paese ha sempre dovuto convivere con varie forme di terrorismo. Già alle sue origini vi erano i carbonari, terroristi patrioti che volevano ricacciare il nemico oltre i confini del paese. Non erano arabi, ne tantomeno islamici. Forse cattolici, ma vicini a quel laicismo eredità della rivoluzione francese. Da li alla prima guerra mondiale terroristi erano soprattutto i cittadini del sud che non volevano passare sotto la sabauda insegna. Forse non praticanti, ma sicuramente tutti battezzati nel nome di Gesù. Dopo la prima guerra mondiale fu il tempo del fascismo e della sua applicazione quasi scientifica del terrore (divenuta poi scuola per tutti i rivoluzionari). Finita questa buia epoca vennero gli anni di piombo. I terroristi allora erano italiani, sicuramente battezzati con rito cattolico, appartenenti alle brigate rosse e alle brigate nere. Anche la mafia con la stagione delle stragi ha aderito, anche se per un breve periodo, alla strategia del terrore (sicuramente cattolici bigotti come si addice ai mafiosi di alto rango).

Cosa diciamo allora? Che non tutti i cristiani sono terroristi, ma che tutti i terroristi sono cristiani? E quanti attentati di matrice islamica ci sono stati nel nostro paese? Io non ne ricordo nessuno! Per ragioni di brevità non ho parlato in questa sede del terrorismo internazionale (Pinochet, IRA, ETA, eccetera eccetaera).

Possibile che una giornalista suppostamente preparata ignori queste cose? Deve essere ignorante o in malafede! In ogni caso non avevo nessun interesse nel seguire il resto dell'intervista.

Oggi scopro che Tiziano si disturbò a scrivergli una risposta, perchè? Probabilmente Oriana Fallaci non è, o non è sempre stata, la persona da cui ho sentito la suddetta frase. Allora ho deciso di scoprire qualcosa di più su di lei.

Il brutto è che nessun trovo nessun opinionista di spessore che la difenda o che, perlomeno, mi dia una buona ragione per leggere un suo libro. Ovviamente non considero opinionisti di spessore Sgarbi, Ferara, Feltri, Belpietro e simili.

Vorrei che qualcuno che ha letto i suoi libri, mi suggerisse un titolo e una buona ragione per leggerlo. Vorrei anche che mi venissero segnalate interviste, recensioni o video presenti su Internet, che "prendono le sue difese".

domenica 17 luglio 2011

Folco Terzani su Jovanotti

... ma io ascolto Lorenzo da tantissimo. Per me te esprimi... sei la voce dell'Italia... meno male che ci sei te...... io trovo che c'è un'intelligenza dietro a questo rap, uno pensa che il rap sia una bischerata, che il rap è uno che canta e urla... invece dietro a lui ci sono muraglie di libri, una conoscenza maggiore a chi fa l'università e poi lui esprime questo in queste semplicissime parole, che poi sembrano semplici... quello che mi piace è che in questa semplicità di pensiero poi, usando appunto la musica, riesci a renderlo tutto alla fine positivo, non si affonda in questo e c'è sempre questo senso di speranza e di giovinezza...

Ho corretto qua e la, ma credo che Folco in questo contesto abbia descritto con chiarezza quello che io penso di Lorenzo e del perchè non mi dispiace affiancarlo a Tiziano.

Jovanotti e Oriana Fallaci

Ho detto nel precedente post che "Salvami" piacque moltissimo a Terzani. A bologna, Jovanotti (Lorenzo Cherubini) risponde in diretta ad una domanda sulla canzone. Per una bella coincidenza era presente anche Folco, il figlio di Tiziano. Riporto qui di seguito il testo dell'intervista, dato che non lo ho trovato in nessun sito:

... "la giornalista scrittrice che ama la guerra...". Quando scrissi questo pezzo ero sinceramente, semplicemente, umanamente incazzato. Si può essere incazzati? A volte quando si è incazzati si offende qualcuno. Si offende qualcuno perchè ti ha fatto incazzare. Allora quando io lessi l'articolo sul corriere della sera, l'articolo di Oriana Fallaci, ci stetti molto male. Ci sto male ancora a pensarci. Perchè pensai che in quell'articolo ci fosse una volontà di colpire un gruppo di persone, e non si può mai colpire un gruppo di persone. Si colpiscono i responsabili. Io credo nella responsabilità individuale, ma non credo nella responsabilità di una religione, o nella responsabilità di una massa. La massa è fatta di persone. Allora l'idea che qualcuno stigmatizzasse un'intera religione considerandola in qualche modo terrorista e pericolosa mi faceva stare male, perchè trovavo che in quello ci fosse un potenziale di grande pericolo. E quindi da incazzato se l'avessi incontrata glielo avrei detto. L'ho scritto in una canzone perchè pensavo che potesse avere senso questa cosa. Dare semplicemente voce ad un moto di rabbia. Singolo però. Io non l'ho indirizzato a lei come rappresentante di un'ideologia o di un pensiero. Ma proprio ad una persona. Come si fa con la tua mamma quando ti fa incazzare. "Mi hai rotto i coglioni". Questo si dice. Può succedere a volte no? Poi si dice: mamma mi dispiace. Però me gli avevi davvero rotti. A volte succede. E quindi questo era veramente il senso...

giovedì 14 luglio 2011

Jovanotti e Terzani

Difficilmente tollero che personaggi come Terzani vengano sponsorizzati da celebrità del mondo dello spettacolo. Il mondo dello spettacolo è superficiale e sensazionalistico, Tiziano era esattamente l'opposto. Voglio fare un'eccezione con Lorenzo (il nome di battesimo mi sembra più adatto in questo contesto).

Lo faccio per due ragioni: innanzitutto ho conosciuto Tiziano (i suoi libri naturalmente, non lui) per "colpa" sua. Dopo vi racconto l'aneddoto (per altro imbarazzante).

In secondo luogo perchè vedo molto in comune tra i due autori, per quanto diversi tra di loro. Tutti e due hanno viaggiato molto per scoprire il mondo e le sue diversità. Nel libro "in Asia" Tiziano, dopo l'incontro con il Dalai Lama, dice che la cosa che più accomuna i grandi personaggi da lui incontrati è la semplicità. Si riferiva in quell'occasione allo stesso Dalai Lama, a Madre Teresa di Calcutta e, mi fa strano metterlo tra questi nomi, Giovannino Agnelli.

Folco ha sottolineato come dietro ad una canzone di Jovanotti ci sia una grande conoscenza, fatta di libri, viaggi ed esperienze personali, ma il tutto riportato in testi scritti con straordinaria semplicità. Insomma il "rapper" incarna perfettamente l'idea di Tiziano.

Una nota: a Tiziano piaceva tantissimo la canzone "salvami".

Potete leggere un'intervista di Jovanotti qui: http://www.tizianoterzani.com/interventi/t-con-jovanotti.html.

martedì 12 luglio 2011

Un giornalista di guerra

"Ho iniziato da corrispondente di guerra per finire come corrispondente contro la guerra. Le prime righe del mio libro "pelle di leopardo" erano "la guerra è una cosa triste", ma la cosa ancora più triste e che ci si fa l'abitudine. Dopo trent'anni mi accorgo di non poterci più fare l'abitudine. Basta! Basta davvero con quest'inutile violenza che brutalizza non solo le vittime, ma gli autori stessi. Basta con i discorsi sul confronto di civiltà. Basta con i discorsi sulle scelte obbligate. La propaganda americana ci ha messo davanti a questa "o con noi o con i terroristi". Eppure la via di mezzo c'è sempre, un questo caso è "ne con gli uni, ne con gli altri". In questo caso è riscoprire il nostro essere europei, il nostro diventare sempre più unità nelle diversità o nelle diversità. L'idea che con la guerra si possa eliminare il male è assurda quanto quella dell'uomo che voleva seppellire la sua ombra: scava una fossa ed è felice quando la vede sul fondo. Allora comincia a riempire la fossa di terra, ma l'ombra torna ad essere li accanto a lui. Bisogna capire che non c'è guerra che metta la fine a tutte le guerre, e che la vera radice di tutte le guerre è dentro di noi. E da li dobbiamo cominciare a cambiare le cose!

venerdì 8 luglio 2011

Terzani e il WEB

Mentre scrivo queste righe non posso fare a meno di pensare a quale rapporto avrebbe avuto Terzani con il WEB. Gli argomenti a favore sono troppi e poi li conosciamo tutti: velocità nelle comunicazioni, possibilità di accesso da tutto il mondo, essere sganciati dalla grande stampa, etc etc...

Ma basterebbe? Terzani adora le navi, perchè quell'essere "irraggiungibile per 28 giorni" è una sensazione straordinariamente gradevole. Cerca di tagliare i ponti con l'occidente perchè gli impedisce di immedesimarsi completamente nel contesto in cui si trova. Detesta l'informazione in pillole. Vuole un ritmo di vita più lento e in armonia con la natura.

Internet va certamente contro tutto questo. Ma può bastare? Io dopo 10 anni di dipendenza ho rinunciato al cellulare, fondamentalmente per i motivi sopradescritti, anche se non ci posso rinunciare per lavoro.

Ad internet non ci voglio affatto rinunciare, anzi, lo suggerisco sempre alle persone che ancora si sforzano di ignorarlo. Eppure a volte mi chiedo se parlando di lui attraverso un blog non gli stia facendo un torto.

domenica 3 luglio 2011

Bertin Lindner e Ferdynand Antoni Ossendowski

Qualche giorno fa chiedevo suggerimenti su qualche giornalista "alla Terzani".

L'aiuto è arrivato da Terzani stesso, che, nel romanzo "un indovino mi disse", cita i due nomi che vedete nel titolo. Si tratta di due personaggi che non hanno nulla in comune tra loro, a parte la passione per l'oriente.

Per cominciare Antoni Ossendowski non è un giornalista, ma uno scrittore, peraltro morto nel 1945. A detta di Terzani è caduto velocemente, e immeritatamente, nell'oblio. Per una volta lo voglio contraddire, visto che su Internet esiste un sacco di materiale su di lui. Mi propongo di documentarmi e leggere al più presto qualche suo lavoro. Sono graditi suggerimenti!

Il primo è effettivamente un giornalista, tutt'ora "operativo" in estremo oriente, in particolare in Birmania. So poco di lui, se non le lodi che ne vengono fatte nel citato romanzo. L'approccio all'informazione sembra essere lo stesso dello scrittore Toscano, lo stile non lo so, visto che non ho letto niente di suo. Qui invece la sorpresa: su internet si trova poco o niente (a parte la scoperta che viene chiamato Lintner e non Lindner come nel romanzo). Se sapete qualcosa di lui, postate!!!

venerdì 1 luglio 2011

Il giornalismo

Ci sono pochi veri giornalisti da inchiesta, che hanno il coraggio di denunciare quello che accade nel mondo. Ma se sento la mancanza di Terzani è perchè mancano soprattutto giornalisti riflessivi e pacati. Giornalisti che ti invitano a fare un ragionamento. Che non fanno leva sull'emotività, ma sulla passione. O forse ci sono, ma pure io in questo periodo di spot non me ne sono accorto.

mercoledì 29 giugno 2011

lunedì 27 giugno 2011

Nuovi scrittori

In Italia ci rendiamo conto dell'esistenza di grandi personaggi solo quando sono se ne sono andati (forse non solo in Italia). Lo stesso Terzani, pur conosciuto da un grande pubblico, ha raggiunto la sua massima popolarità dopo che ci ha lasciati. Anch'io, forse troppo giovane allora per scoprirlo, lo ho scoperto troppo tardi.

Sono sicuro che esistono ancora un sacco di reporter/scrittori in giro per il mondo che stanno facendo un'ottimo lavoro. Potete consigliarmene qualcuno? Conoscete qualche libro o qualche autore interessante? Non solo dall'oriente, ma anche dal Sud America, dall'Africa o dall'Australia, insomma, da qualunque posto in cui la cultura è diversa dalla nostra o sta cambiando.

Un indovino mi disse

Credete negli indovini?
Ci siete mai stati?

venerdì 24 giugno 2011

Viaggiare nel tempo

Piero Angela un giorno ha detto che la nostra generazione è una delle poche che può ancora viaggiare nel tempo. Passare dalle metropoli ultramoderne, alle tribù ancora sparse per il mondo. Secondo voi è ancora possibile viaggiare nel tempo? Dove andreste per "indietreggiare" di 3000 anni? E pensando a questo mi domando: con quale parametro misuriamo una cultura più avanzata, rispetto ad una più arretrata? Prometto alcune considerazioni sull'argomento nel prossimo post.

mercoledì 22 giugno 2011

Documentari su Tiziano Terzani

Qualcuno sa dirmi come posso recuperare documentari di/su Terzani di buona qualità? Per cortesia segnalare solo materiale di origine legale, eventualmente anche a pagamento. Compro anche vhs e dvd usati. Vanno bene anche link alle case produttrici.

martedì 21 giugno 2011

Un video che ha fatto storia

Consiglio a tutti di visionare l'intervista fatta da Tiziano Terzani una volta tornato dalla Cambogia.

Eventi dedicati a Terzani

Chi sapesse di qualche evento dedicato a Terzani potrebbe postarlo qui? In tutta Italia, ma, eventualmente, in tutta Europa.

domenica 19 giugno 2011

Oriente pallida imitazione del capitalismo occidentale

Terzani condannava l'oriente che stava sostituendo millenni di storia e tradizioni con un nuovo modello ispirato al capitalismo occidentale. A vent'anni di distanza sembra che l'oriente non solo sia un'imitazione, mi ci abbia addirittura superato su questo. Cosa ne penserebbe Terzani?

giovedì 16 giugno 2011

News dalla Birmania

Nessuno che sia stato in Birmania recentemente ha una testimonianza da sottoporci? Avete qualche articolo scritto da un testimone diretto da suggerirmi? Cosa sta succedendo in questo sperduto paese del sud-est asiatico?

mercoledì 15 giugno 2011

Evviva le navi!

Qundo Terzani descrive le emozioni che prova viaggiando su di una nave, ho ritrovato quelle che provo io nei treni. Come disse Umberto Eco gli aerei hanno annullato una delle parti più importanti del viaggio: l'avvicinamento.

Inoltre quella forzata lentezza ci permette di essere più riflessivi e ricettivi.

Da 10 anni mi riprometto di fare le vacanze in treno, vediamo se questa è la volta buona

lunedì 13 giugno 2011

Tiziano Terzani - Viaggiare attraverso l'Asia che cambia

Terzani ha trascorso tutta la sua vita viaggiando attraverso l'Asia, per aiutarci a capire questo continente e per descriverci il profondo cambiamento che era in atto tra gli anni '80 e '90.

Oggi Terzani non c'è più, ma questo cambiamento è ancora in atto. Vorrei da questo blog, attraverso il contributo della comunità, continuare il lavoro del giornalista, per descrivere quello che sta succedendo a questo mondo che ci resta ,per la maggior part,e sconosciuto e che un po' ci spaventa.

Vorrei che ci fosse un'impronta "alla terzani", senza banali frasi ad effetto, senza inutili flame, ma con un sacco di testimonianze che ci aiutino a riflettere.

Aggiungo che non è obbligatorio essere stati in Asia per scrivere qui, si possono scrivere anche riflessioni derivanti da articoli di giornale, da racconti di amici o, semplicemente, suggerire scrittori, libri, doucmentari o articoli interessanti.

Grazie e buon divertimento,
Luciano